lunedì 8 gennaio 2018

Giù le tasse. La sfrenata eccitazione dei politici


Diario
8/1/2018

La campagna elettorale pare si stia organizzando al grido “giù le tasse”, niente di più populista. Chi non può essere d’accordo nel pagare meno tasse? Sulla base di questa banale ma anche insensata costatazione la campagna elettorale si gioca su chi la spara più grossa. Si si sa che sono promesse scritte sull’acqua, e se così non fosse sarebbero molto contenti quelli che più hanno e che meno avrebbero bisogno di pagare meno tasse.
Abbattimento dell’Irpef (aliquota unica) grida Berlusconi, ma anche, sempre lui, abbattimento dell’Ires (l’imposta sul reddito delle società)e ancora La flat-tax è la sintesi, a cui si accoda la Lega, ecc.
Di Maio, 5*, non è da meno, promette drastica riduzione delle imposte  a favore dell’impresa, semplificazione dell’Irpef (anche qui aliquota unica?), ecc.
Renzi non si tira indietro. Abolizione del canone Rai, e chi sa ancora cosa nelle prossime settimane.
Allegri e spensierati, nessuno dice cosa può avvenire nei servizi pubblici se questa madornale bugia si avverasse. Nella scuola, nella salute, nei trasporti collettivi e nella sicurezza, nella manutenzione urbana e nel verde pubblico,  ecc. cosa avverrebbe?   La cosa è molto semplice: meno tasse per chi ha e più spese per chi non ha. Ma anche un paradosso: il retro pensiero e che la fiscalità generale dovrebbe sopperire a questi tagli,mentre i taglia riducono le disponibilità della fiscalità generale. Certo mi immagino che qualcuno, in buona o cattiva fede, immagina che la somma di tutti questi tagli produrranno un boom economico di proporzioni mai viste, per cui tutti pagheremo meno tasse ma lo stato incasserà di più. Le favole incantano anche gli adulti.
La cosa che fa disperare e che a questa sirena non ha saputo resistere nemmeno Liberi e Uguali, il suo presidente non ha resistito e anche lui ha la sua trovata: abolizione delle tasse universitarie. Ma nessuno gli ha spiegato che le tasse sono una voce minore per le famiglie che devono mantenere un figlio/a all'università? E se si tratta di uno studente fuori sede allora le tasse sono una spesa infima.  Se si volessero aiutare i giovani a studiare altre dovrebbero essere le proposte, non c’è che la difficoltà della scelta, dalle borse di studio alla case dello studente,  dai libri gratis ai sussidi di mantenimento, dalla moltiplicazione dei tutor al riordino di percorsi formativi maciullati dagli atenei. Insomma se a LeU stesse a cuore una migliore preparazione dei giovani, una loro più efficiente ed efficace carriera universitaria, le cose da fare sono migliaia, eccetto che l’abolizione delle tasse universitarie (di cui godrebbero  maggiormente i ceti benestanti).
Continuo a dare fiducia a LeU, capisco che una topica può sempre prendersi, anche per “inesperienza”, basta riparare il danno. Ma una cosa deve essere chiaro che se LeU insegue con quello che in apparenza potrebbe sembrare più a sinistra l’andazzo del teatro della politica non farà molta strada.

Liberi e Uguali non può essere  solo un movimento di resistenza, ma deve essere una movimento di proposta a livello della gravità della situazione. Non può per esempio adagiarsi sull’idea che la crisi sia finita, e in questa nuova cuccia adattarsi, quando un’altra ondata ci aspetta sulla porta; deve riferirsi a precisi programmi di investimenti pubblici (per l’occupazione, il territorio, le città, le reti). Insomma deve essere un martello teso ad abbattere gli idoli antichi e nuovi che ingannano mentre altrove si fa festa sulla pelle del popolo.

giovedì 4 gennaio 2018

Qualche modesta speranza


Diario
31/1/2017

Tra i più dei duecento amici che, divisi in tre gruppi, ricevono il Diario, so che alcuni voteranno PD (nonostante Renzi), altri voteranno Liberi e Uguali, alcuni non voteranno, mentre altri pensano di votare 5*. So che le motivazione del voto di ciascuno sono meditate e ragionate, io le rispetto tutte anche se non tutte le condivido. La Politica presente ha un alto tasso di incredibilità, ma la nostra libertà personale, sintomo di libertà collettiva, pretende una scelta autonoma. Questa non potrà che essere libera ma legata ad una prospettiva credibile. Quello che è in gioco non è il futuro, quello rotola giorno dopo giorno, quanto la convivenza nella nostra società e lo spirito di uguaglianza. A me pare che mai come oggi la nostra società (piena di ingiustizie e contraddizioni, ma ancora vitale) risulti accerchiata da pericolosissimi nemici: il fascismo emergente, la criminalità organizzata che sempre più si fa largo in ogni nodo della nostra organizzazione sociale, la corruzione endemica, un individualismo non temperato ... Alcune delle forze politiche in campo di questi nemici costituiscono le quinte colonne manifeste, altre non paiono consapevolmente armati, altre hanno perso vigore.
Io non credo che sarà facile rompere questo assedio, né che l’assedio sarà breve. Resistere bisognerà,  ma non basta.
Ogni 31dicembre si ha l’impressione di un inizio, in realtà si tratta di una continuazione. Il 2018, a livello complessivo,  non sarà diverso del 2017, in realtà potrebbe essere peggiore, sono presenti delle nuove bolle che possono scoppiare da un momento all’altro, la pace mondiale potrebbe essere sempre più compromessa (e l’Italia potrebbe essere obbligata a nuovi interventi), la crisi ambientale non ci darà pace ed eventi eccezionali potrebbero colpire alcune regioni, per non parlare della crisi economica che sottrae speranza e prospettiva a milioni di giovani, mentre cresce la povertà e i poveri si vogliono nascondere, ecc. Non si tratta di fare l’uccello del malaugurio ma di guardare con realismo il futuro. Ma un inizio a cui guardare c’è, si tratta del 5 di marzo, ad urne chiuse.
Non si tratta di uno spartiacque, ma sicuramente molte cose cambieranno. Non è detto in meglio.
Non voglio fare previsioni ma avanzare qualche ragionamento. Non credo che nessuna tra le tre coalizioni maggiori avrà la maggioranza per governare, questo avrà come conseguenza una non facile tenuta delle coalizioni elettorali, mentre si porrà il problema della ricerca di un’alleanza di governo. Ci si può sbizzarrire, ma credo che le peggiori, dal mio punto di vista,  non saranno facile da realizzarsi.
Personalmente non spero che il PD tracolli, mi auguro che mantenga la percentuale, magra, che le previso0ni gli assegnano;  mi auguro che Liberi è Uguali sia capace di mobilitare il voto di sinistra deluso, che costituisca una polarità di richiamo per il voto di protesta nonostante la penalizzazione del maggioritario e che non paghi cara la propaganda per il voto utile. Questi due possibili risultati potrebbero essere una buona base di governo, ma altri passi andranno fatti: tutti i presidenti del Consiglio dei ministri passati e presenti dovrebbero fare un bel passo in dietro, se i  deputati e senatori delle due organizzazioni  fossero indotti a ragionare, piuttosto che ad atti di fede,  si potrebbe aprire la strada per un accordo di governo di centro, il  PD , sinistra,  Liberi e Uguali: una tale alleanza potrebbe attrarre altre forze democratiche e moderatamente riformiste, per un governo in grado di rompere l’assedio, che stringe in una morsa la nostra società,  o almeno di ridurne i danni.
So che molti amici sapranno individuare molti “bachi” in questo ragionamento (speranza), io stesso ho consapevolezza dei suoi limiti, ma guardando all’interesse collettivo non vedo altra strada (il tanto peggio tanto meglio non mi convince), né il diritto di tribuna può soddisfarmi(ci), mentre altri portano a compimento lo smantellamento dei connotati democratici e riformisti della nostra società.
Detto questo, va bene, buon anno nuovo.